La Storia

Il medioevo è il periodo che più di altri ha caratterizzato la storia di Valvasone. A quell'epoca risalgono infatti il castello, l'impianto urbanistico, le chiese, ma anche il nome stesso del paese dall'antico tedesco: WAL " altura, rialzo" e WASO "prato", quindi "prato con alture" al pari di quello e di altre località già facenti parte del territorio amministrativo del castello: per esempio Rupa, dallo sloveno RUPA "buca, fossa" o Postoncieco, dallo sloveno PUSTINCA, diminutivo di PUSTINA "terra incolta".
Pur tuttavia le origini di Valvasone vanno cercate nell'età romana, al limite settentrionale della centurazione dell'agro di Concordia, lungo la strada che attraversava i guadi del Meduna e del Tagliamento e che si congiungeva con una via che portava al Noricum  (Austria). Pure remoto è il primo impianto del castello, del quale si ha testimonianza per la prima volta nel 1206, ma di cui alcune caratteristiche rimandano a strutture difensive e di avvistamento della tarda antichità.
Nel XII-XIII secolo questo castello era abitato da una nobile famiglia di feudatari, imparentata con gli Sbroiavacca, che amministrava per conto dei patriarchi di Aquileia un vasto territorio posto sulle due rive del Tagliamento, grossomodo corrispondente a quello oggi compreso entro i confini dei comuni di Valvasone, Arzene, San Martino al Tagliamento e Sedegliano.
Un'area che dal punto di vista ecclesiastico, costituiva allora la parte meridionale della pieve di Cosa (San Giorgio della Richinvelda), da cui venne staccata dal vescovo di Concordia, nel 1355, la parrocchia di Valvasone, comprendente le cappelle di San Martino e di Arzene: decisione questa giustificata evidentemente dall'importanza assunta dal luogo e dalla famiglia che ne deteneva la giurisdizione.
Anzi, proprio in virtù di tale potenza, ai signori di Valvasone fu concesso il privilegio, conservatosi tale sino ai giorni nostri, di scegliere il parroco per la chiesa del luogo (giuspatronato).
Questi trecenteschi signori di Valvasone che vedevano la loro chiesa eretta in parrocchiale, non erano però più quelli imparentati con gli Sbroiavacca. In seguito alle guerre feudali della seconda metà del Duecento difatti era subentrato un nuovo casato, imparentato questa volta con gli Spilimbergo, e denominato Valvason-Cucagna, che ha tenuto successivamente per lunghi secoli il castello. Intanto il luogo era cresciuto d'abitanti e d'importanza, con il sorgere, al di fuori delle mura, di borghi in cui si concentrava la popolazione che lavorava la terra e che svolgeva attività artigianali. Analogamente a quanto accadeva in altre parti del Friuli, i rapporti della comunità con i signori castellani furono regolati da appositi Statuti datati al 1369.
Quando, nel 1419-1420, la regione fu conquistata da Venezia, la dinastia dei Valvasone rimase al suo posto, anche se perse buona parte dei poteri di un tempo. Continuava tuttavia a detenere il possesso della terra, il controllo sociale, l'amministrazione della giustizia, la facoltà di intervenire nelle vicende ecclesiastiche in virtù del diritto giuspatronale.
Oltre alla parrocchia del SS. Corpo di Cristo, il cui titolo si legava al miracolo della Sacra Tovaglia (1294 o 1394 ?), esistevano in paese altre chiese ed un convento. La vita religiosa in Valvasone fu infatti assai fervida nel medioevo e nell'età moderna. Il duomo costruito nella seconda metà del '400, veniva officiato da una collegiata di sacerdoti con obbligo di coro. Nell'antica parrocchiale, dedicata a S. Giovanni Evangelista (o Battista ?) ed alla Madonna, nel 1485 s'erano insediati i Servi di Maria per i quali era stato edificato anche apposito convento; la chiesa stessa era per lo meno dalla metà del Trecento un santuario, centro di devozione popolare, per la presenza di un'icona della Vergine allattante il Bambino; già anteriormente al 1355 prosperava una confraternita laicale intitolata a Maria dedita alle opere di religione e di carità, esercitate, queste ultime, all'interno di un piccolo ospedale in cui trovavano rifugio ed assistenza poveri del luogo, viandanti e pellegrini.
Durante i secoli XVI-XVIII, nel castello, nel borgo, nelle adiacenti campagne la vita si svolgeva entro le antiche consuetudini medievali, non senza momenti di ribellione quali furono, ad esempio, quelli della rivolta contadina del 1511 oppure di tensione costituiti, ancora ad esempio, dai molteplici tentativi d'arginare l'impeto delle acque del Meduna e soprattutto del Tagliamento che tante difficoltà creavano alle coltivazioni, all'abitabilità, alla viabilità.
A questo piccolo mondo antico, aggruppato attorno ai Valvasone, posero termine, con la caduta della Repubblica di S. Marco, le armate napoleoniche che proprio qui nel 1797 lasciarono ricordo del loro primo passaggio nella vittoriosa battaglia del Tagliamento e di Valvasone contro le truppe austriache. La giurisdizione feudale fu abolita ed il luogo elevato a capitale di un distretto amministrativo, il Cantone di Valvasone, che però non ebbe continuità nel corso dell'Ottocento.
Per gli anni e i decenni successivi, la storia di Valvasone è quella del Friuli e, dal 1866, quella d'Italia.

Pier Carlo Begotti (da Valvasone, Guida all'incontro)